giovedì 26 marzo 2009

SONO TORNATI ... DOPO 20 ANNI !

Ero una teenager quando gli Spandau Ballet iniziarono la loro brillante carriera.
Sono stata a due concerti dove li ho visti cantare e sudare.
Ricordo l' emozione fortissima il cuore sembrava aprirsi in due ... ero una ragazzina poco più che quindicenne.
Innamorata pazza dei biondi capelli del disinvolto sassofonista Steve Norman.
Inutile dire che ho una collezione in vinile di tutti i loro album, NESSUNO ESCLUSO!
Rimangono un bellissimo ricordo di gioventù... legato anche al primo amore adolescenziale.




Come dimenticare le suadenti note di Gold....



E questo è l' annuncio del ritorno del mitico gruppo che tanto animò quei favolosi anni '80!



Allora care ragazze e ragazzi non ci resta che prenotare una bella trasferta in terra straniera, il 20 ottobre 2009 tutti a Londra al concerto !

www.spandauballet.com

Per ulteriori informazioni contattatemi pure in questo sito di loco.

mercoledì 25 marzo 2009

LA DECRESCITA

La decrescita è elogio dell’ozio, della lentezza e della durata;

rispetto del passato;

consapevolezza che non c’è progresso senza conservazione;

indifferenza alle mode e all’effimero;

attingere al sapere della tradizione;

non identificare il nuovo col meglio, il vecchio col sorpassato, il progresso con una sequenza di cesure, la conservazione con la chiusura mentale;

non chiamare consumatori gli acquirenti, perché lo scopo dell’acquistare non è il consumo ma l’uso;

distinguere la qualità dalla quantità;

desiderare la gioia e non il divertimento;

valorizzare la dimensione spirituale e affettiva;

collaborare invece di competere;

sostituire il fare finalizzato a fare sempre di più con un fare bene finalizzato alla contemplazione.

La decrescita è la possibilità di realizzare un nuovo Rinascimento, che liberi le persone dal ruolo di strumenti della crescita economica e ri-collochi l’economia nel suo ruolo di gestione della casa comune a tutte le specie viventi in modo che tutti i suoi inquilini possano viverci al meglio.

Maurizio Pallante

venerdì 20 marzo 2009

LA GUERRA DELL' ACQUA E' GIA' COMINCIATA

In occasione del Forum Mondiale dell'Acqua ad Istanbul si discute delle aree geografiche a rischio.
In particolare i grandi fiumi del globo sarebbero oggetto di contese politiche preoccupanti per l'uso delle riserve e costruzioni di dighe.
La situazione di Nilo, Tigri ed Eufrate, Mekong, Colorato e Indo.
In occasione del quinto Forum Mondiale dell’acqua in corso questa settimana a Istanbul, le Nazioni Unite lanciano l'allarme sulla scarsa attenzione politica al tema delle risorse e dei corsi fluviali.
Lo sfruttamento intensivo dei grandi bacini fluviali oggi è già oggetto di forti contese fra gli Stati e causa di inquietanti crisi internazionali. Ecco alcuni esempi.
Nilo
Attraversando 10 Nazioni, la acque del Nilo sono soggette a un accordo del 1959 che assegna all’Egitto gran parte dello sfruttamento delle risorse. Ma all’epoca l’Etiopia era assente ai negoziati. Oggi il Paese africano, dove il Nilo ha la sua sorgente, ha intenzione di costruire una trentina di dighe, compromettendone il corso verso la foce. Questo progetto sta suscitando forti tensioni nella regione.
Tigri ed Eufrate
Possedendo nel suo territorio le sorgenti di entrambi i fiumi, la Turchia ha a disposizione un forte strumento di pressione nei confronti dei suoi vicini Siria e Iraq. Con il Gap (Great Anatolian Project), il Paese anatolico costruirà 22 dighe sui due corsi d’acqua, mettendo in ginocchio il sistema d’irrigazione agricola di Iraq e Siria.
Mekong
A monte Cina e Laos creeranno grandi dighe idroelettriche. Il Vietnam vedrà compromessa la produzione di riso nel delta. Anche la Cambogia è coinvolta, poiché il suo lago Tonlé Sap prende le acque direttamente dal Mekong.
Colorado e Rio Grande
Oggetto di una battaglia giuridica tra Stati, secondo il Messico il Colorado sarebbe sovrasfruttato dagli Usa. Con undici grandi dighe e canali di derivazione, il fiume arriva nel Paese centroamericano con una portata minima. D’altra parte, gli Stati Uniti accusano il Messico di inquinare eccessivamente il Rio Grande, fonte vitale per i contadini texani.
Indo
Unico esempio positivo: fonte di conflitti, l’acqua può diventare occasione di pacificazione. Anche se in piena guerra, mai dichiarata ufficialmente ma effettiva, l’India e il Pakistan sono pervenuti a un accordo sullo sfruttamento del fiume e non hanno mai cessato di collaborare finanziando progetti si salvaguardia dell’Indo.
Fonte: Sloweb


Inoltre sono a segnalere questa importantissima petizione da firmare via web, è per tutti noi fermati a leggere... ci fa riflettere anche sullo stato agonizzante dell' informazione in Italia.

Due minuti per cercare di fermare questo stato di cose pietose.



ACQUA H2O ACQUA IN BOCCA:
VI ABBIAMO VENDUTO L'ACQUA
di Rosaria Ruffini


Mentre nel paese imperversano discussioni sull' eutanasia, grembiulino a
scuola , guinzaglio al cane e sul flagello dei graffiti, il governo
Berlusconi senza dire niente a nessuno ha dato il via alla
privatizzazione dell'acqua pubblica Il Parlamento ha votato l'articolo
23bis del decreto legge 112 del ministro Tremonti, che afferma che la
gestione dei servizi idrici deve essere sottomessa alle regole
dell'economia capitalistica. Così il governo Berlusconi ha sancito che
in Italia l'acqua non sarà più un bene pubblico ma una merce, e quindi
sarà gestita da multinazionali (le stesse che possiedono l'acqua
minerale). Già a Latina la Veolia (multinazionale che gestisce l'acqua
locale) ha deciso di aumentare le bollette del 300%. Ai consumatori che
protestano, Veolia manda le sue squadre di vigilantes armati e
carabinieri per staccare i contatori. La privatizzazione dell'acqua che
sta avvenendo a livello mondiale provocherà, nei prossimi anni, milioni
di morti per sete nei paesi più poveri. L'uomo è fatto per il 65% di
acqua, ed è questo che il governo italiano sta mettendo in vendita.
L'acqua che sgorga dalla terra non è una merce, è un diritto
fondamentale umano e nessuno può appropriarsene per trarne illecito
profitto. L'acqua è l'oro bianco per cui si combatteranno le prossime
guerre. Guerre che saranno dirette dalle multinazionali alle quali oggi
il governo, preoccupato per i grembiulini, sta vendendo il 65% del
nostro corpo. Acqua in bocca.

FATE GIRARE:
METTETENE A CONOSCENZA PIU' GENTE CHE POTETE Anche se qualcuno ha già
ricevuto questa mail non importa, essere consapevole di quel che accade
nel nostro paese non è mai abbastanza


Mauro Tittarelli
Formatore FPCGIL Nazionale
tel. 327.7311494
e-mail:tittarelli@fpcgil.it
FIRMA LA PETIZIONE PER I SERVIZI PUBBLICI DI QUALITÀ.
http://www.petitionpublicservice.eu/a/5

lunedì 16 marzo 2009

PSICOFARMACO = IDEE SUICIDE

A quasi un anno di distanza dalla raffica di suicidi avvenuti nel territorio senigalliese, questo interessante articolo evidenzia la correlazione tra psicofarmaci e suicidi.

Una riflessione è d' obbligo.

Due bimbi assumono psicofarmaco e mostrano idee suicidarie

La campagna nazionale "Giù le mani dai bambini" denuncia: in Italia, due bimbi in terapia per ADHD cui veniva somministrata atomoxetina (Strattera ®) hanno manifestato idee suicidarie. L’Agenzia Italiana del Farmaco non ha ritenuto di informare tempestivamente la cittadinanza.

Il comunicato di "Giù le mani dai bambini"

A pagina sette dell’ultimo numero del “Bollettino di farmacovigilanza AIFA” l’Agenzia Italiana del Farmaco informa circa le idee suicidarie di due bambini, una bimba piemontese di 9 anni, ed un bimbo sardo di 10 anni. Entrambi i minori erano in trattamento nel 2008 con atomoxetina (nome commerciale “Strattera”®, psicofarmaco prodotto dalla multinazionale farmaceutica Eli Lilly), la bimba da sette mesi ed il bimbo da dieci mesi. Il bambino è stato ricoverato in ospedale con diagnosi di “agitazione psicomotoria ed ideazione suicidaria”, e successivamente dimesso dopo una terapia specifica, mentre per quanto riguarda la bambina non vi sono attualmente notizie circa l’esito finale della vicenda. “E’ sconcertante – ha commentato Luca Poma, giornalista e Portavoce nazionale di ‘Giù le Mani dai Bambini’, il più rappresentativo comitato italiano per la farmacovigilanza pediatrica – che l’agenzia del farmaco non abbia emesso un comunicato nell’immediatezza del fatto, al fine di informare la cittadinanza, ma renda noto ciò che accaduto solo mesi e mesi dopo: lo Strattera è – purtroppo – lo psicofarmaco più utilizzato in Italia per sedare i bambini troppo agitati e distratti, nonostante siano noti i gravi profili di rischio di questa molecola. Ritengo che l’AIFA avrebbe dovuto, nel rispetto della privacy delle due famiglie coinvolte, permettere agli altri genitori di maturare scelte equilibrate al riguardo, conoscendo pro e contro di questi trattamenti”. In un documento dell’agenzia di controllo sanitario inglese (British Medicines and Healthcare Regulatory Agency) reso noto su richiesta del giornalista investigativo svedese Janne Larsson, si riportavano già a fine 2005 ben 130 rapporti su tentativi di suicidio da parte di pazienti trattati con Strattera®, oltre a 760 rapporti per problemi cardiaci, 172 rapporti per danni al sistema epatico e circa 20 rapporti per suicidi effettivi. Il colosso farmaceutico Eli Lilly in origine cercò senza successo di far approvare Strattera® dalla Food & Drug Administration USA come antidepressivo, per poi riciclarlo come trattamento per l’Adhd, la Sindrome di Iperattività e Deficit di Attenzione, con significativi profitti finanziari (circa 665 milioni di dollari di giro d'affari annuo). Da allora, si sono succeduti diversi avvisi urgenti della FDA relativi alla potenziale induzione al suicidio dell’atomoxetina, qualora somministrata ad organismi in via di sviluppo, ma la molecola non è mai stata rimossa dal mercato. L’AIFA, nel rapporto sui due bambini italiani che hanno maturato progetti suicidari, dichiara anche che “l’insorgenza di ideazione suicidaria sembra essere significativamente più frequente nei bambini in terapia con atomoxetina”. “E’ incomprensibile il motivo per cui – ha concluso Poma – nonostante le ormai conclamate evidenze di pericolosità di questo psicofarmaco, riconosciute anche dall’AIFA, l’organismo di controllo non intervenga chiedendo all’Agenzia Europea del Farmaco un’immediata revisione dell’autorizzazione al commercio di questa molecola, come già sollecitato anche in più occasioni da esponenti del nostro Parlamento”.

Fonte: Aam Terra Nuova

martedì 10 marzo 2009

DUE PASSI AVANTI... E DIECI INDIETRO...

Efficienza energetica: è uscito il decreto attuativo!





Dopo una lunga attesa durata più di tre anni il governo emana il decreto attuativo sul rendimento energetico degli edifici. Sulla certificazione energetica degli edifici regna ancora il caos assoluto. L'Italia intanto ha subito una procedura di infrazione.
Con circa tre anni di ritardo è arrivato il regolamento nazionale sulla certificazione energetica degli edifici. Il 6 marzo scorso il Consiglio dei Ministri ha approvato il provvedimento di attuazione del decreto legislativo sul rendimento energetico degli edifici. Un provvedimento univoco per tutto il territorio statale ma che dovrà essere applicato solo dalle regioni sprovviste di disposizioni regionali in materia e che comunque non prevede l’obbligo di allegare l’attestato energetico all’atto di compravendita degli immobili e al contratto di locazione (un paradosso tutto italiano).
Si tratta di uno dei tre decreti attuativi che il Governo avrebbe dovuto emanare entro il 6 febbraio 2006 (il testo del decreto legislativo 192/05 di attuazione della direttiva comunitaria prevedeva che entro 120 giorni dalla data di entrata in vigore del decreto i decreti dovevano essere formulati ed emanati) per completare l’attuazione delle disposizioni sul rendimento energetico.
Il provvedimento governativo prevede i criteri generali, le metodologie di calcolo e i requisiti minimi per le prestazioni energetiche degli edifici e degli impianti termici per la climatizzazione invernale e per la preparazione dell’acqua calda per usi igienici sanitari. Descrive poi i requisiti professionali e i criteri di accreditamento per assicurare la qualificazione e l’indipendenza degli esperti o degli organismi a cui affidare la certificazione e l’ispezione (che comunque ogni cinque anni devono essere rivisti e “aggiornati in funzione dei progressi della tecnologia).
Il decreto del 2005, ricordiamolo, prevedeva l'obbligo di allegare l’attestato di certificazione energetica, che è stato poi cancellato da un articolo della legge 133/08, nasce con l’obiettivo di individuare i criteri, le condizioni e le modalità per migliorare le prestazioni energetiche degli edifici, contribuire al conseguimento degli obiettivi posti dal protocollo di Kyoto e promuovere lo sviluppo di tecnologie ecocompatibili. E il certificato energetico era individuato come uno degli strumenti per il raggiungimento della finalità.
Non a caso la Comunità Europea ha invitato lo Stato italiano a chiarire in merito alla cancellazione dell’obbligo di allegare il certificato di rendimento energetico all’atto di compravendita di un immobile. E ha messo in atto una procedura di infrazione.


Fonte: Greenreport

COMITATO PRO CESANELLA ... E NON SOLO ! DICONO DI NOI

DAL TERRITORIO DELLA POLITICA

ALLA POLITICA DEL TERRITORIO

DAL CITTADINO GOVERNATO

AL CITTADINO GOVERNANTE


Nasce un nuovo Comitato alla Cesanella , nasce nei modi

e nelle forme del “Versus Complanare". Brindisi!

Ne siamo immensamente felici perché significa che un’idea

coraggiosa, calzante riesce a vincere il dilagante torpore e

costituisce un punto di riferimento per quanti non vogliono

rimanere quiescenti di fronte ad una brutale e squilibrata

gestione territoriale.

E subito le prèfiche , da un tot all’ora, hanno levato

alti i lamenti :«No, non è giusto. Non ce n’é alcun bisogno!»,

e le sentinelle dello status quo hanno dato fiatoalle trombe:

«Sono organizzazioni politiche. Sanno solo criticare gli

amministratori! (la mamma è sempre la mamma, ndr)

Ma sono solo ritornelli stantii che ormai verrebbero bocciati

anche al Festival di Ariccia.

A Milano, una giunta di Centrodestra, bolla come

“Talebani” gli aderenti ai comitati civici, a Senigallia

una Giunta Pidin-Verde qualifica come “terroristi psicologici”

gli appartenenti ad un comitato che hanno avuto

“l’ardire”- a loro dire - di smascherare in pubblico la caterva

di coglionerie con la quale hanno lardellato il progetto della

Complanare

(sono sempre di moda le convergenze parallele!, ndr.).

Invece i movimenti che si manifestano nella società e i

comitati che si formano in ragione di un uso distorto

della città, e di un “fare” errato sul territorio, rappresentano

uno dei pochi segni di speranza capaci di invertire la rotta.

Per questo meritano di essere appoggiati ed incoraggiati.

Gli ultimi dati Istat parlano di un proliferare ovunque di

comitati, segno di un forte distacco fra le istituzioni e

la società. I cittadini hanno il diritto (e dovere) di

esercitare il confronto e la critica

(la critica è essa stessa contestazione, ndr),

di esprimere i bisogni e di difendere i beni comuni.

La partecipazione deve essere ricercata dagli amministratori

prima ancora che richiesta dai cittadini.

Così purtroppo non sempre lo è.

(la Sindaco, proprio in questi giorni è uscita s

bandierando l’attenzione dell’amministrazione alla partecipazione

cittadina, ma l’elenco prodotto è miserello … bastano appena

le dita di una sola mano! In nove anni di governo, come si

dice, sul tema non si è di certo sprecata. Avesse adottato

tanta parsimonia sul territorio!, ndr).

Allora sono proprio i Comitati e le Associazioni

a richiamare la gente alla partecipazione, all’impegno,

all’approfondimento delle cose del proprio quartiere e

della città.

E l’altra sera a Cesanella si è discusso, non solo dell’organizzazione

ma anche dei progetti del quartiere

(tranquilli babbi!, non era una riunione di finti apolitici

che sperano di entrare in politica, di vecchi politici

he vogliono rientrare in politica, di sponsor partitici,

di vecchi carrieristi che strumentalizzano ogni buca stradale.

Smettetela pertanto di fare gli acchiappa-fantasmi, ndr)

Si è parlato, tanto per dirne una, del Parco della Cesanella,

dove con quattro- paginette-quattro, si vuole far passare

na operazione non certo di mezza tacca.

A parte l’allocuzione della “allocazione di un area fabbricabile”

(“intorno al mondo senza amore come un pacco postale,

enza nessuno che ti chiede come va", cantava De Gregori

qualche anno fa; ndr) fanno partire tutta l’operazione dall'all’art. 58

della Legge 113 del 06 Agosto scorso

(quando vogliono sono veloci, noi aspettiamo invece documenti

da oltre un anno, ndr) riguardo alla Valorizzazione del patrimonio

immobiliare degli enti pubblici.

Si dà però il caso che tale valorizzazione sia un grazioso

eufemismo che odora di vendita, di dismissione,

di privatizzazione. Con il Piano delle Alienazioni immobiliari

allegato al Bilancio previsionale, il patrimonio alienabile

assume una sua classificazione urbanistica e la delibera consiliare

assume valore di variante allo strumento urbanistico vigente

(che strano, questo procedimento ci ricorda tanto un altro

adottato con la Complanare, pur in assenza della Legge citata; ndr).

Non solo, ma il tutto può essere fatto senza alcuna necessità

di verifiche alla conformità con gli strumenti di pianificazione

degli enti sovraordinati (Provincia e Regione). Insomma, possiamo

dire che nelle Leggi-porcata il centro-destra sembra eccellere,

ma nell’applicazione veloce e puntuale di queste sul territorio i

l centro-sinistra sembra brillare di luce propria.

Non si riesce a capire il silenzio su operazioni di questo tipo in

particolare, ed è ormai una costante, delle associazioni ambientaliste

(ma quando discettano di ambiente, di che cosa intendono?

Quando discutono di consumo del territorio, di che cosa parlano?; ndr).

Di qui l’importanza e la necessità dei Comitati. La speranza

è che possano moltiplicarsi, possano consolidarsi e che siano in

grado di aprire un colloquio con quanti hanno a cuore gli

interessi della collettività e del territorio in cui vivono, che

non può essere trattato e venduto come un ferro vecchio.

Di qui la necessità di andare verso una rete di comitati,

cittadina ed extracittadina.

Ad majora!


articolo tratto dal sito

www.versuscomplanare.com / Ing. Stefano Bernardini

venerdì 6 marzo 2009

BUON COMPLEANNO MOVIMENTO LENTO CICLABILE SENIGALLIESE

A poco meno di 48 ore dal 1° compleanno del Movimento Lento Ciclabile Senigalliese, che si terrà in piazza Roma alle ore 17.00 di domenica 8 marzo,





trovo questo interessante articolo di Repubblica.

Meditate gente, meditate ...



Prigionieri dell'auto





Dopo l'homo sapiens arriva l'homo sedens, che vive molto del suo tempo quotidiano seduto sui sedili dell'automobile. Il costo della congestione stradale, secondo l'Aci, è di 40 miliardi di euro l'anno. A Roma e Milano in media si passano cinquecento ore l'anno in auto...

Il tempo perso nel traffico si paga caro: esattamente quaranta miliardi di euro l'anno. Sono i numeri che escono dal rapporto dell'Aci che in quattro città campione (Roma, Milano, Torino e Genova) ha studiato a lungo i dati raccolti da vetture attrezzate con dispositivi di localizzazione GPS. Il quadro che emerge è preoccupante perché alla fine si scopre che romani e milanesi passano più di 500 ore l'anno imbottigliati in macchina. E che per loro lo spostamento medio, in città, dura circa 60 minuti, per la metà persi ovviamente in code e rallentamenti.

Tragica anche la situazione nelle altre città prese in esame dall'Aci perché i torinesi passano 450 ore l'anno in auto e 380 i genovesi. In Italia oggi circolano più di 35 milioni di auto, ma solo 10 anni fa erano 30 milioni e nel 1986 si fermavano a 24; mentre negli anni Sessanta ce n'erano solo 1,9 milioni, cioè meno di quante se ne vendono ora ogni anno e quasi quanto l'aumento del circolante negli ultimi tre anni.
L'Aci propone di gestire meglio le informazioni di infomobilità urbana. Un sistema più efficiente, secondo il club degli automobilisti, consentirebbe una riduzione “fino al 40% dei livelli di congestione, valorizzabile in 16 miliardi di euro”.

martedì 3 marzo 2009

NESTLE' E TETRAPACK CONDANNATE

Ecco com' è andata a finire la vicenda del latte contaminato da inchiostro itx nel 2005.
Finalmente un risarcimento per il danno cagionato al consumatore.


Latte contaminato: Nestlé e Tetrapak condannate





L'inchiostro di stampa applicato alle confezioni aveva contaminato il latte contenuto all'interno. Adesso le due multinazionali vengono condannate al pagamento dei danni a favore di due genitori.
Accertato un danno di natura non solo alimentare ma psicologica. Secondo Altroconsumo la contaminazione era presente anche in altri prodotti.

ll giudice di pace di Giarre ha condannato la Nestlé Italiana e la Tetra pack international, al pagamento dei danni a favore dei genitori che avevano utilizzato latte Nidina per le loro due figlie.
L'inchiesta prese l'avvio il 22 novembre del 2005 da un fascicolo aperto dalla Procura della Repubblica di Ascoli Piceno che sfociò nel sequestro, eseguito dal corpo forestale, di 30 milioni di latte per bambini. Il latte conteneva l'Itx un tipo di inchiostro, altamente tossico, utilizzato nella stampa sugli imballaggi da parte della Tetra Pak. Soddisfazione del Codacons, che annuncia la sentenza come "la prima di questo genere pronunciata in Italia".

Il giudice Salvatore Fisichella ha stabilito che "la commercializzazione del prodotto inquinato comporta una responsabilità di natura contrattuale ed extracontrattuale in quanto si profila anche una ipotesi di responsabilità per il danno alla salute che la commercializzazione comporta".

Il giudice di pace ha ritenuto che "gli attori hanno fornito prova idonea che a seguito dell'acquisto del latte Nestlé e della somministrazione dello stesso alle proprie figlie, subirono un danno di natura psicologica determinato dal turbamento e dalla preoccupazione che la prole possa essere contaminata a causa della sostanza 'inquinante'".

Altroconsumo, tuttavia, estese le analisi e rilevò la contaminazione con la sostanza chimica anche in altri prodotti alimentari. In seguito la svedese Tetra Pak annunciò che non avrebbe più utilizzato inchiostro con Itx per realizzare le sue confezioni.

fonte: Aam Terra Nuova