L' inquinamento non è una causa naturale, è creato dall' uomo.
Anche tu, nel tuo piccolo puoi fare qualcosa, possiamo fare qualcosa.
YES, WE CAN !!!
Da "Epicentro" Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute, collegato all'Istituto Superiore di Sanità
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L’esposizione dei bambini alle polveri sottili in Europa
I bambini molto piccoli, e probabilmente anche i feti, sono molto sensibili all’inquinamento atmosferico. L’evidence attuale è sufficiente per attribuire una relazione causale tra inquinamento atmosferico dovuto alle polveri sottili e decessi per disturbi respiratori nel periodo post-neonatale. Le prove sono anche sufficienti per attribuire un nesso tra inquinanti atmosferici ed effetti negativi sullo sviluppo funzionale dei polmoni. Sia i danni reversibili alle funzioni polmonari, sia la riduzione cronica dei tassi di crescita dei polmoni sono associabili all’esposizione al particolato atmosferico (PM). Le prove disponibili mostrano anche un legame tra esposizione alle polveri sottili, complicanze dell’asma e aumento della prevalenza e dell’incidenza di tossi e bronchiti.
Alla luce dell’evidence accumulata, nel 2005 l’Oms ha aggiornato le linee guida sulla qualità dell’aria per il particolato atmosferico. Per il PM2,5 i valori sono 10 μg/m3 (media annuale) e 25 μg/m3 (media sulle 24 ore); per il PM10 i valori corrispondenti sono stati fissati a 20 μg/m3 e 50 μg/m3. A causa dell’insufficienza dei dati sui bambini, le linee guida Oms sono basate sui dati che provengono da studi sugli adulti ma, una riduzione dell’esposizione ai livelli indicati, ridurrebbe il rischio di effetti sanitari sia per gli uni che per gli altri.
È questo il quadro generale in cui si inserisce il documento Exposure of children to air pollution (particulate matter) in outdoor air, pubblicato il 20 ottobre 2008 dallo European Environment and Health Information System (Enhis). La valutazione copre il periodo che va dal 2002 al 2006 (i dati relativi ad anni precedenti sono disponibili per un numero molto limitato di Paesi) e riguarda gli effetti del particolato atmosferico sulla salute e, in particolare, su quella dei bambini.
Leggi tutto....
Questo lo studio "Exposure of children to air pollution (particulate matter) in outdoor air" della da cui è tratto l'articolo.
I bambini molto piccoli, e probabilmente anche i feti, sono molto sensibili all’inquinamento atmosferico. L’evidence attuale è sufficiente per attribuire una relazione causale tra inquinamento atmosferico dovuto alle polveri sottili e decessi per disturbi respiratori nel periodo post-neonatale. Le prove sono anche sufficienti per attribuire un nesso tra inquinanti atmosferici ed effetti negativi sullo sviluppo funzionale dei polmoni. Sia i danni reversibili alle funzioni polmonari, sia la riduzione cronica dei tassi di crescita dei polmoni sono associabili all’esposizione al particolato atmosferico (PM). Le prove disponibili mostrano anche un legame tra esposizione alle polveri sottili, complicanze dell’asma e aumento della prevalenza e dell’incidenza di tossi e bronchiti.
Alla luce dell’evidence accumulata, nel 2005 l’Oms ha aggiornato le linee guida sulla qualità dell’aria per il particolato atmosferico. Per il PM2,5 i valori sono 10 μg/m3 (media annuale) e 25 μg/m3 (media sulle 24 ore); per il PM10 i valori corrispondenti sono stati fissati a 20 μg/m3 e 50 μg/m3. A causa dell’insufficienza dei dati sui bambini, le linee guida Oms sono basate sui dati che provengono da studi sugli adulti ma, una riduzione dell’esposizione ai livelli indicati, ridurrebbe il rischio di effetti sanitari sia per gli uni che per gli altri.
È questo il quadro generale in cui si inserisce il documento Exposure of children to air pollution (particulate matter) in outdoor air, pubblicato il 20 ottobre 2008 dallo European Environment and Health Information System (Enhis). La valutazione copre il periodo che va dal 2002 al 2006 (i dati relativi ad anni precedenti sono disponibili per un numero molto limitato di Paesi) e riguarda gli effetti del particolato atmosferico sulla salute e, in particolare, su quella dei bambini.
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Questo lo studio "Exposure of children to air pollution (particulate matter) in outdoor air" della da cui è tratto l'articolo.
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