La decrescita è elogio dell’ozio, della lentezza e della durata;
rispetto del passato;
consapevolezza che non c’è progresso senza conservazione;
indifferenza alle mode e all’effimero;
attingere al sapere della tradizione;
non identificare il nuovo col meglio, il vecchio col sorpassato, il progresso con una sequenza di cesure, la conservazione con la chiusura mentale;
non chiamare consumatori gli acquirenti, perché lo scopo dell’acquistare non è il consumo ma l’uso;
distinguere la qualità dalla quantità;
desiderare la gioia e non il divertimento;
valorizzare la dimensione spirituale e affettiva;
collaborare invece di competere;
sostituire il fare finalizzato a fare sempre di più con un fare bene finalizzato alla contemplazione.
La decrescita è la possibilità di realizzare un nuovo Rinascimento, che liberi le persone dal ruolo di strumenti della crescita economica e ri-collochi l’economia nel suo ruolo di gestione della casa comune a tutte le specie viventi in modo che tutti i suoi inquilini possano viverci al meglio.
Maurizio Pallante
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