lunedì 15 settembre 2008

ARENA DELLE NAZIONI



Come non parlare del luogo che per un decennio, dagli anni '85 - '95 mi ha fatto da seconda casa.
L' inimitabile, il gioiello, il miglior campo da basket di Senigallia e dintorni, l' ARENA DELLE NAZIONI, in Via Maierini a fianco ex Scuola di Polizia.
I personaggi che gravitarono attorno al campo sono state pietre storiche del basket cittadino, quali: il Mancio con il suo tiro inimitabile vero autodidatta, Miro con il primo telefono mobile della storia ( nel senso che girava con la sua Renault con a bordo un normalissimo telefono a fili di casa ), Garbin Andrea e la sua vespa, Mirco " un uomo due magliette " perchè sudava da paura, Dario il compostissimo, Teto primo ed unico allievo che abbia mai avuto, Bebe Bedini e la banda del cappello, Fede Bedini la pivottona, Giacomo detto Conte, Gheva l' ingegnere, il Fuser, Pitti, Rota, Walter, i professionisti Saverio Sarnari, Paja, i fratelli Ciarloni Lory e Lambe, Paolo Tranquilli detto Bongo e Paolone, ultima ma non per importanza, lei la mia migliore amica, compagna di mille avventure e disavventure Chiara !
Questi gli afecionados dell' arena che ogni pomeriggio dopo le ore 16.00 si incontravano tra le quattro mura per fare una partitella alla meglio dei 50 o 100 punti, dipendeva dall' afa e dall' energie rimaste dopo una giornata in spiaggia.
Certo in estate non mancava l' innesto lombardo o romano che se la tirava e non sapeva giocare, ma poco importava per la voglia che avevamo di furoreggiare sotto canestro.
Grazie a questo pallone a spicchi ho conosciuto i migliori amici, i miei amori più travolgenti e le brutte persone che mi hanno fatto soffrire fuori e dentro il campo.
Ma in fondo una partita di basket è una palestra di vita, un pò le prendi un pò le dai...
Si parlava di tutto e di tutti, a volte ci si scontrava, a volte no, ma l' arena per noi era più di un semplice luogo dove giocare, una piccola comunità di ragazzi con un unico filo conduttore: l' amore per il basket.
E' incredibile come le passioni riescano a limare i caratteri più duri e spigolosi.


L' INIZO DELLA FINE:

Un giorno arrivò come un lampo la notizia che la Curia Vescovile aveva intenzione di sistemare l' area, tutti noi pensavamo a nuove scalinate e un rifacimento del fondo campo, in realtà la nostra arena divenne in un primo momento cinema all' aperto del rinomato Gabbiano e in secondo tempo parcheggio per auto.
Bastarono pochi mesi per distruggere quello che restava di un meraviglioso campo da basket,
l' unico campo regolamentare e all' aperto che aveva divertito ed entusiasmato centinaia di bambini e adolescenti nel corso della nostra vita cittadina.

IL SOGNO NEL CASSETTO:
Rendere di nuovo questo spazio alla vera vocazione per il quale è nato, cioè luogo d' incontro e associazione tra i giovani, l' ARENA delle NAZIONI DEI GIOVANI.

19 commenti:

Unknown ha detto...

Conosco di vista da 40 anni Paolo Tranquilli. Grande pivot dalla buona tecnica e dalla poca grinta. Troppo buono anche dentro al campo.
Sono stato molte volte all Arena delle nazioni, ora è un parcheggio e quando ci entro mi si stringe lo stomaco.

Pacchy ha detto...

Ho smesso di passare anche per sbaglio da quelle parti, troppi ricordi e troppa amarezza nel vedere quell' inimitabile angolo di Senigallia ridotto alla mercè delle automobili...
Quilly ma tu giocavi anche a basket ?

lucacecco ha detto...

....basket, sì, ok.... ma era anche un eccellente campo da calcetto quando ancora vedersi con altri nove amici (anche sette all'arena, perchè era ancora meglio in 4 contro 4!) per sfidarsi a pallone non implicava dover telefonare, prenotare, pagare......

Unknown ha detto...

Io camminavo in un campo di calcetto con grande scorno dei miei compagni di squadra.
Quando si facevano le squadre i due più forti facevano a pari o dispari e sceglievano gli altri quattro.
Io ero sempre l'ultimo ad essere scelto.
Una volta ci fu all'Arena durante il torneo di calcetto estivo una partita contro una squadra fortissima.
Io entravo e uscivo perchè il fiato mi tradiva. Verso la fine sull' 8 a 0 per gli altri presi palla a centrocampo e dalla disperazione scagliai un missile che si infilò sotto l'incrocio con una parabola maligna. Mi ritrovai che volavo per aria osannato da pubblico e compagni di squadra, mentre uno degli avversari smadonnava con gli altri urlando "No Quilly no, tutti ma Quilly no!".
Questo per dire che bel giocatorino che ero!

Pacchy ha detto...

Effettivamente ho tralasciato il fatto che il campo si adattava egregiamente allo svolgersi di più attività contemporaneamente!
Basket, calcetto, pallavolo, tresette, briscola, rubamazzo, guardia e ladri, nascondino ...

LorenzoMan ha detto...

Adesso va a finire che tutta la blogsfera senigalliese stava all'Arena!!!
Questa poi. Possibile che non mi ricordi di Pacchy e Luca?
O sono rincoglionito io (probabile) o siamo davvero cambiati (ancor più probabile).

Pacchy ha detto...

Tutto dipende dagli anni in cui hai frequentato l' Arena, non è difficile ricordarsi delle tre anime femminili che prendevano parte ai giuochi...
ho stracciato anche te nel 1on1????

LorenzoMan ha detto...

Gli anni erano quelli delle medie e superiori, diciamo dall'82 all'88, passavamo lì praticamente tutta la giornata: seghino mattuttino, calcetto pomeridiano e pomiciata preserale!
Ma ero, appunto, di quelli più votati al celcetto, e quindi la figuraccia contro Pacchy me la sono "sparagnata". :-)
Vi ricordate quando l'auto della Polizia che faceva addestramento ha sfondato il muro di recinzione ed è rimasta metà dentro e metà fuori?

Pacchy ha detto...

Sì,sì è stato veramente esilarante!
Che spettacoli gli allievi della scuola di polizia, ogni tanto qualcuno ci vedeva giocare dai finestroni delle camerate, scendeva e veniva a fare due tiri, ma polizia e basket non andavano molto d' accordo. Praticamente negati, abbiamo comunque accettato tutti, magari non toccavano palla ... li abbiamo accettati...

Pollicino ha detto...

Ho scritto un commento lunghissimo, ci ha pensato google a cancellarmelo, per cui provero a riscriverlo un'altra volta, perchè come dicono a Milano mi sun chi pe'laurà.
Comunque complimenti Pacchy per questo post, mi ha fatto rivivere non so quanti ricordi, Garbini è un refuso voluto? ciao

Pacchy ha detto...

Ops! Hai ragione provvederò subito a sistemare il cognome del mitico Andrea, un uomo una mattonella.
Anche tu cestista di quei tempi?
Non ho ancora capito chi sei...

Pollicino ha detto...

Pollicino è il mio blog, il blog di Andrea Garbin

Pollicino ha detto...

Per me quel campo ha significato gran parte dell'infanzia e dell'adolescenza, quando si chiamava Oratorio S. Cuore e io ci giocavo a Pallone, sbucciandomi le ginocchie sul terreno sabbioso e sassoso.Poi il Prof. Marinelli, mi fece fare i giochi della gioventù e presi confidenza con la palla a spicchi, di plastica dura, però fu decisiva Anna L., perchè i suoi occhi poterono di più. Lei giocava a basket e io la seguivo. Poi dato che gli amori a dodici anni durano un soffio, nell'estate del 1970 andavo all'Acli, si perchè c'era un campetto da basket, dove mi videro i ragazzi della winchester basket, con i quali feci il primo campionato, proprio all'arena, che avevano asfaltato, ma il campo era proprio dove poi fecero il cinema d'estate. Ricordo una partita con la Stamura sotto la pioggia, ma poi eravamo solo noi che avevamo un campo al chiuso, al Campo Boario, gli altri giocavano tutti all'aperto. A Cagli giocammo in mezzo alla neve, cn il campo spalato da poco. Ma l'Arena rimase il mio campo, dove giocavo contro tutti dai miei compagni di liceo a Tesoro, giocatore di serie A, che militava a Forlì. Poi un estate facemmo anche un torneo per ragazzini e così comparvero Miro e Moreno Cicetti che frequentavano l'oratorio.
Ancora ricordo le volte che Paolo Santini tirava calci al pallone di basket che finiva o dalle suore o dalla Celere. Su quel campo si sono fatte tante sfide, tanti tornei, davvero anni indimenticabili, sono passati in tanti a giocare dall'1c1 al 5c5. Faccio anche fatica a ricordarmi tutti i pomeriggi passati e tutte le facce e le storie che dovrebbero essere rinfrescate. Voglio solo ricordare, dato che qualcuno conosce Paolo Tranquilli, che su quel campo ha lasciato le sue impronte anche Vinicio Tranquilli, che se ne è andato troppo presto, con il suo silenzio, che lo aveva sempre contradistinto, anche quando non riusciva a trattenere il sorriso.
Purtroppo non è stato neanche il solo ad averci lasciato. Ma quel campo ci ha dato anche un grande dolore quando piano, piano ma inevitabilmente il parcheggio delle auto ha sempre più chiuso qualsiasi spazio. Sembra proprio che le auto ci stiano tagliando spazi vitali, era qualcosa che mi infastidiva quando nei primi tempi qualcuno timidamente cominciava a parcheggiare l'auto dentro l'arena e noi a chiudere il portone per evitarlo, forse avremmo dovuto provare a resistere, qualcuno provò anche a scrivere una lettera ai giornali ricordo. Mi farebbe piacere che qualcun'altro mi ricordasse qualche altro episodio, complimenti a te pacchy per aver fatto questo post.

Pacchy ha detto...

Grazie a te Andrea per le tue parole, gli anni dell' arena sono per me indimenticabili. Indimenticabili come tutti i vari personaggi originalissimi che vi gravitavano.
Che fine ha fatto il Mancio ?
Non l' ho vedo da una cifra di tempo.
E quel ragazzo che aveva i capelli biondi, un tipo grande non era un ragazzino, molto serio e di poche parole, hai capito?
Anche lui che fine ha fatto?
Certo ci sono persone che non ho mai più rivisto e sarebbe molto bello fare magari una rimpatriata totale globale all' insegna del basket e della tagliatella.
Chissà magari volendo....

Pollicino ha detto...

Il Mancio lavora in Comune al servizio verde ambiente e come allora fuori dal campo è imperturbabile e non sono più riuscito a dirgli che ciao. L'impressione è che divori libri instancabilmente, ogni volta che lo vedo ne ha uno in mano. Buona l'idea di ritrovarci per partita e tagliatella, con assistenza medica, sia per il campo che per la tagliatella. Ciao

Pollicino ha detto...

Ah dimenticavo il biondo chi? dagli elementi che mi hai dato non riesco a capire chi sia, ma sto diventando vecchio per cui......

Pacchy ha detto...

Da quel che mi ricordo un tipo che arrivava sempre in bici, con capello riccio e corto, alto un 10cm scarsi più di me. Non so dirti altro, comunque di Senigallia.

Unknown ha detto...

Eh sì! Anni indimenticabili.
Come non ricordare il mitico torneo dell'Arena, evento clou dell'estate e tutta l'organizzazione, dalla preparazione del campo alla formazione delle squadre, dalla scelta dei nomi e delle divise fino ad arrivare alle infuocate sfide in notturna con il pubblico a bordo campo che faceva il tifo?
Teto.

Pacchy ha detto...

Hai ragione Teto, anni indimenticabili di spensierata gioventù! Siamo stata l'ultima generazione a calcare il campo.

P.s: Ma chi è stato ad insegnarti i fondamentali???